domenica 23 gennaio 2011

Quel pallone del Capitano all'ultimo respiro (A-Team su LaStampa.it)

Quando a tempo stra-scaduto ho visto il pallone calciato all’indietro da Marco Motta scivolare verso il Capitano solo sul dischetto del rigore ho sentito il profumo della vittoria più gustosa: quella immeritata e rubata all’ultimo respiro. Invece, il respiro me l’ha rotto Alex, ciccando un pallone, che mai nella vita ha ciabattato così. Zolla o febbre o, forse, tutte e due.

E pareggio fu. Ammettiamolo, probabilmente meritato, considerato anche il gol divorato da Pazzini. Uscire imbattuti da Marassi non è mai indecoroso, però quell’ultima occasione lascia molto amaro in bocca.

Per il resto, ci si sarebbe potuti beatamente assopire sugli spalti se non si fosse corso il rischio di mai più svegliarsi, visto il freddo siderale. La noia si tagliava col coltello e la colpa, va detto, non era solo bianconera.

Qualche bello sprazzo l’ha fatto intravedere Martinez, che sembra messo lì apposta a ingolosirci, ma poi non lo vediamo mai. Chissà quando la sfortuna lo abbandonerà e riusciremo a vedere se e quanto vale davvero. Sissoko non m’è dispiaciuto e non vorrei che la voglia di sbolognarlo altrove accecasse la sua reale utilità.

Taccio sui difensori di fascia, che almeno quando non si pigliano gol è crudele infierire. Il gioco di Delneri? Aspettiamo partite più favorevoli, ma l’unica discesa sulla fascia s’è vista quando il febbricitante Capitano ci ha fatto tremare all’ultimo respiro. Per lanciare il pallone da centrocampo, gli schemi sono tutti uguali.

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