mercoledì 22 gennaio 2014

Roma e Guarin, sensazioni simili

Il day after doppio, per non farci mancare nulla. Che cosa ha fatto più clamore, l'eliminazione dalla Coppa Italia o lo "sconcertante accaduto", come la società definisce con glaciale sintesi l'affaire Vucinic Guarin?

Sinceramente, di solito preferisco rimanere coi tacchetti saldi sul campo, ma stavolta è impossibile non fare anche un giro tra le scrivanie. Che cosa accomuna due eventi all'apparenza inavvicinabili?

Innanzi tutto il retrogusto d'amaro, non nascondiamocelo. Essere eliminati non è mai piacevole, in nessuna competizione. Ancora più amaro è il sapore di uno scambio che era cominciato facendomi grondare il cuore (eh, lo sapete, ho un debole per Mirko) e finito peggio: ora ditemi voi che motivazioni può trovare un atleta, che aveva già fatto le visite mediche per un altro club.

Però, bloccando le bocce, la sintesi mi pare molto simile per i due eventi. E, fatti tutti i distinguo, non riesco a essere pessimista.

A Roma hanno passato la serata a strombazzare per strada, gonfi d'orgoglio per aver sgraffignato una vittoria di misura contro la seconda squadra dei campioni d'Italia. Non c'è la controprova, ma a parti invertite la vedo dura immaginarsi qualcuno, anche uno solo, a sventolar vessilli in piazza Vittorio Veneto per aver vinto un quarto di finale di coppa Italia.

Senza spingersi a calcolare che poi, nei primi 15 giorni di febbraio, ora i giallorossi si troveranno a giocare un sanguinoso doppio confronto col Napoli, se non addirittura due derby. Classifica alla mano, possiamo davvero dire che non sia una coincidenza strategica per noi?

Capitolo mercato. Era dal 2006 che aspettavamo questo momento. Cioè la chiusura del cerchio, il ritorno definitivo allo status quo ante. Non siamo tornati solo noi, lo sono tornati pure loro. Come e più di prima. Devo ammettere che finora questo nuovo presidente sta rispondendo ai più rosei desideri: senza soldi, senza idee, senza polso e pure senza fortuna (avesse perso pure il derby, avrebbe uno score da record, senza neanche una vittoria).

Vedere la società Inter ostaggio della Curva è una sconfitta per il calcio civile, ma è un indelebile segno dei tempi nerazzurri. Hanno anche avuto il coraggio di urlare che nello scambio ci avrebbero perso. Ignorano che Mirko è stato protagonista decisivo degli ultimi due scudetti? Evidentemente, erano troppo concentrati a vedere l'andamento della borsa di Giacarta.

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